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Un Parco per la Laguna di Caorle e Bibione e per l’area marina antistante perché è lo strumento più efficace di pianificazione e gestione del patrimonio ambientale, essendo dotato di risorse finanziarie e professionali, nonché di poteri per far rispettare un quadro coerente di regole e di usi compatibili del territorio.
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Un Parco capace di unificare in sé tutte le competenze, che oggi invece sono disperse fra i numerosi Enti, che agiscono in modo disorganico ed incoerente e, pertanto, insufficiente a fronteggiare i processi di degrado e gli abusi in atto.
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Un Parco per avvicinare l’uomo all’ambiente, perché tra i suoi fini istituzionali è prevista l’attivazione di iniziative, percorsi, centri visite, laboratori didattici e di ricerca, per far vivere, far conoscere e far amare la laguna e il mare ai residenti, ai giovani, ai turisti, al mondo della ricerca scientifica e della cultura.
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Un Parco per rispondere alle sollecitazioni europee che spingono verso la conservazione dell’ecosistema lagunare e marino, dei suoi habitat e delle specie animali e vegetali che esso ospita.
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Un Parco esteso al mare per difendere un’isola di naturalità in un contesto marino fortemente degradato.
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Un Parco perché istituzione capace di esprimere una scelta strategica forte ed impegnativa, in grado di arginare con efficacia le linee di tendenza attuali che sembrano aprire la strada alle speculazioni e prospettano uno sviluppo tanto effimero quanto devastante.
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Un Parco per servirsi di una capacità progettuale e gestionale moderna e affidabile, in grado di intercettare i finanziamenti europei destinati alla protezione della natura ed allo sviluppo sostenibile.
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Un Parco per dare un ruolo e nuove opportunità agli abitanti delle zone più marginali del territorio, come le frazioni di Brussa, Castello, Sindacale e San Gaetano, che per prime verrebbero a beneficiare dei flussi turistici promossi dal Parco stesso.
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Un’occasione per sviluppare una nuova “imprenditorialità verde”, con riflessi positivi per l’economia dell’intero Veneto Orientale.
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Un Parco per riqualificare l’agricoltura e capace di dare nuove opportunità al mondo rurale attraverso l’incremento delle produzioni tipiche, la ricostruzione del paesaggio, il recupero delle case rurali, anche per una ricettività funzionale all’ecoturismo.
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Un Parco per valorizzare la pratica della vallicoltura tradizionale, un’attività economica che è in grado di conservare i valori ambientali della Laguna.
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Un Parco per difendere, promuovere e sostenere l’antico mestiere della pesca in laguna: un patrimonio culturale e una pratica produttiva preziosi perché rispettosi delle esigenze biologiche dell’ambiente lagunare. Lo stesso comune di Caorle, nuovo proprietario dei diritti esclusivi di pesca, può trovare nel Parco un efficace strumento di gestione.
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Un Parco per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico e storico.
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Un Parco per diversificare ed arricchire l’offerta turistica di Caorle e Bibione e per offrire una risposta alla crescente “domanda di natura” che il turista oggi esprime; una carta importante da giocare per riqualificare l’industria turistica locale.
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Un Parco per dare un significato ed un respiro più ampio ai pur interessanti interventi di recupero ambientale che Veneto Agricoltura sta realizzando in Valle Vecchia. L’impegno della Regione è importante nella misura in cui prelude al Parco, nel cui orizzonte Valle Vecchia trova la sua collocazione ideale.
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Un Parco quale azione per attuare lo sviluppo sostenibile, una risposta coerente agli impegni assunti con la registrazione EMAS, il prestigioso ed impegnativo riconoscimento europeo ottenuto da Bibione, e con Agenda 21 Locale, l’ambizioso progetto avviato dal Comune di Caorle per riequilibrare il rapporto uomo-ambiente.
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Un Parco come luogo dell’equilibrio, della serenità e del benessere psico-fisico, ma anche dell’ispirazione artistica e spirituale; uno spazio naturale per le attività ricreative, culturali e del tempo libero, come gli sport remieri, la fotografia e l’escursionismo naturalistico e didattico.
Conclusioni
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Il Parco è uno strumento capace di custodire e di difendere con efficacia la natura, i paesaggi, la quiete dei luoghi, le tracce superstiti, ma ancora vitali della cultura e delle tradizioni lagunari.
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Il Parco è l’ultima frontiera su cui arrestare l’avanzata aggressiva di un modello di sviluppo che, in nome di una malintesa modernità e sotto la spinta di spregiudicati interessi speculativi, spiana e omologa, snatura, addomestica e consuma il territorio, cancellandone i valori e procurando un senso profondo di estraneità e spaesamento in chi vi abita. Il PALALVO è un’emblematica e pericolosa rappresentazione di questo modello di sviluppo.
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Il Parco è una scelta di civiltà operata da una popolazione consapevole e avveduta che, dopo essersi affrancata da una povertà antica, decide ora di limitare la “corsa all’arricchimento facile”, affinché non vadano compromesse le basi ecologiche e territoriali su cui si fonda la qualità materiale e spirituale della vita, e la prosperità economica del lungo periodo.
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Il Parco è un’intelligente risposta locale al degrado ambientale globale, una lungimirante e responsabile messa in sicurezza del “capitale naturale” locale, per la presente e le future generazioni.
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Il Parco è un grande progetto di sviluppo, posto a cavallo tra passato e futuro, il giusto e necessario riconoscimento verso le generazioni che ci hanno preceduto e una promessa di vita migliore per le generazioni che ci seguiranno, poiché non c’è futuro senza salvaguardia dell’ambiente.
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Il Parco non è un sogno irrealizzabile, ma una realtà possibile e la sua istituzione dipende da noi tutti, che abitiamo questo territorio e abbiamo a cuore le sue sorti.